EPISODIO 1: — Un Vero Protagonista, compare in tutti gli episodi —


[INTRO CON VOCE DA TRANS:]
Anche nella Xyz dimension ci sono i bonazzi. Yuya ha appena scoperto a sue spese gli effetti che fa Kaito Tenjo con i pantacollant e quanto il mantello su Aster Phoenix sia un'irrinunciabile must; ma tanta carne da arrostire pretende i suoi tributi. E così, proprio come le evocazioni di livello cinque o superiore nei duelli, il prezzo da pagare per due pezzi grossi come Tenjo e Phoenix sono due bimbi del ghetto (di cui una sventuratamente Mary Sue), un totale malcagamento nei confronti del protagonista e un ingiustificato interesse di tutti rivolti al padre di quest'ultimo.
Yuya, da Vero Protagonista, dovrà dimostrare di poter tener testa ai pericoli che incombono. E, soprattutto... dovrà far sì che finalmente ogni cosa giri intorno a sé.



Il tizio col cappuccio palesemente attraente aveva appena finito di fracassare i life points di Yuya, quando un muro di massi gli era piombato addosso. Poi improvvisamente, dopo il buio la luce: ed ecco Kaito Tenjo che riempiva di botte Shun e a momenti lo trasformava in una carta, Yuzu che gridava il suo nome, Reiji che lo faceva volteggiare come un povero idiota e infine un tonfo sonoro sul pavimento. Yuya si svegliò di soprassalto, con il fiatone e la gola arida. Era in un bagno di sudore. Intorno a lui vigeva l'oscurità più assoluta, ma dinnanzi ai suoi occhi s'intervallavano una miriade di immagini. La Synchro Dimension, Crow che gli salvava la vita per un soffio, Yuuto che s'impossessava del suo corpo, il tizio con le chiappe grosse, Shun che sorrideva a lui come se lo stesse facendo per qualcun altro e infine suo padre.
Strinse forte i pugni e strizzò gli occhi, fino a distruggere quella visione.
In quell'ultimo mese erano successe troppe cose.
Così, ogni notte, lui le sognava sotto forma di incubi e si svegliava in preda agli spasmi.
Si accorse di essere caduto dalla brandina. Una pallido filo di luce lunare filtrava dalla finestra e grazie ad esso iniziò a distinguere le sagome dei rimanenti Lancers nella stanza. Shingo dormiva raggomitolato su se stesso, mentre Gongenzaka rivolto al soffitto. La branda su cui era sistemato schricchiolava in risposta al suo peso. L'ultimo giaciglio, però, era vuoto. Le coperte erano state abbandonate alla rinfusa. Shun doveva essere uscito.
Yuya decise di andare a vedere. Uscì dal Quartier Generale della Resistenza facendo attenzione a non svegliare Sayaka e il simil-furetto e poi si mise alla ricerca del compagno.
Non gli ci volle molto a trovarlo. Shun se ne stava seduto su un cumulo di macerie, con la testa rivolta verso l'alto.
Indossava la giacca che di solito teneva durante il giorno, segno che non era nemmeno andato a dormire.
Yuya si fece più vicino e si sistemò infine al suo fianco.
"Non riesci a dormire?" chiese Shun, che anche se si era accorto di lui non si era nemmeno degnato di dargli un'occhiata. Yuya sorrise.
"Nemmeno tu, a quanto vedo. Che fai?"
"Penso" rispose l'altro. Poi si voltò a guardarlo negli occhi. Aveva uno sguardo serio, carico di sentimento... ma Yuya sentì un tuffo al cuore nel constatare che non fosse per lui. Le sue iridi piene, le pupille tremule... lo stavano scrutando dentro. Andavano oltre.
"Vuoi parlare con Yuuto?" chiese, timidamente. Sperò che Shun non notasse la sua tensione.
Qualcosa lo faceva sentire inquieto. Forse era la luce delle stelle, la luna che scolpiva i suoi lineamenti rigidi, la smorfia perenne di dissenso disegnata sulle sue labbra chiare. Nella sua severa bellezza c'era qualcosa che ammaliò Yuya e che al contempo gli fece male. Era nella terra natìa di quel ragazzo, sedeva accanto a lui e aveva i suoi occhi dorati addosso, ma non si era mai sentito così lontano da Shun.
Quest'ultimo però non sembrò notare nulla. Si limitò a sorridere e scostare lo sguardo, rivolgendolo allo scheletro della città di Heartland.
"Forse non sarebbe giusto nei tuoi confronti." disse.
"Non so come sia avere qualcuno dentro, ma non dev'essere una bella sensazione".
Dopodiché si alzò in piedi, con le mani sui fianchi. Un debole vento spirò, scompigliando i capelli a entrambi. Yuya alzò la testa per guardarlo, ma qualcosa gli oscurò la vista.
"Tieni questa" disse Shun. Yuya si portò le mani sulla fronte e toccò la stoffa della giacca che il ragazzo gli aveva appena posato addosso.
Era calda e aveva un profumo molto forte. Inspirò, forse con troppo trasporto.
Poi di colpo si riprese.
"Non posso accettarla!" lo incalzò, sollevando la testa e facendo scivolare la giacca sulle spalle.
Ma Shun stava già scendendo dal cumulo di macerie.
"Domani me la restituirai. Non prendere freddo".
La sua sagoma scura, accarezzata dall'evanescenza lunare, si allontanò progressivamente. Yuya si sporse in avanti per seguirlo, ma poi decise di rimanere lì. Aspettò che il compagno sparisse per poi stringersi nella sua giacca e raccogliere le ginocchia al petto.
Il batticuore non accennava a smettere. Era pervaso da un senso di profonda ansietà e inquietudine.
Cercò di riordinare le idee, ma era troppo distratto per riuscire a farlo. L'assenza lo logorava. E non si trattava solo di Shun, ma anche di Yuzu, di tutti i compagni lasciati nella Dimensione Synchro, della sua famiglia e di suo padre.
"Tutto bene?" la voce di Yuuto irruppe tra i suoi pensieri con una tale intensità da farlo sobbalzare. Il cuore, che già batteva forte, prese un ritmo ancora più incalzante.
Yuya, forse istintivamente, si voltò. Ma non c'era nulla al suo fianco. La sagoma del suo alter-ego si profilò velocemente nella sua mente quando Yuuto parlò di nuovo.
"Percepisco... gelosia. Rancore. Dispiacere."
Yuya inizialmente non diede peso alle sue parole. Quando le ebbe elaborate, sobbalzò una seconda volta e arrossì.
"Non...! Non è affatto quello che pensi!" disse ad alta voce. Poi realizzò che nessuno poteva vedere Yuuto e chinò la testa, arrossendo maggiormente.
"Non è come credi." pensò.
Sentì Yuuto emettere un verso di frustrazione.
"L'hai già detto." lo rimbrottò. Il tono era assolutamente divertito. Yuya fece una smorfia.
Il ragazzo che risiedeva in lui continuò.
"Stai cercando di farti piacere da Shun, vero?"
La domanda lo spiazzò completamente. Fu come un pugno allo stomaco. La voce di Yuuto, di norma calma e ferma sembrò echeggiare dentro di lui.
Yuya lo ricordò in quell'istante: Shun poteva anche non aver colto il suo palese interesse, ma Yuuto... lui ora faceva parte del suo cuore e della sua mente. Aveva letto e visto ogni sua mossa.
Si sentì come il peggiore idiota del pianeta. Aveva sofferto dell'interesse che Shun nutriva in lui solo come tramite e Yuuto se n'era accorto. Se ne vergognava tremendamente.
"Yuya?" lo chiamò Yuuto, allarmato. Si accorgeva dei turbamenti del suo cuore, dispiegava ogni anfratto della sua anima. Yuya di fronte a lui era come nudo, disarmato, indifeso.
"Sto bene." disse, anche se le lacrime già gli pizzicavano le palpebre.
Eppure Yuuto l'aveva usato. Si era servito di lui. Nel nome di Kaito, di Shun, di Heartland e di qualcosa che era solo suo aveva fatto sì che Yuya giocasse le sue mosse. Non riusciva più a fidarsi. Si sentiva tagliato fuori, il desiderio di far parte di loro continuava a tormentarlo... e Yuuto lo sapeva.
"Ti chiedo scusa." mormorò quest'ultimo. Yuya non poteva vederlo, ma sentì caldo sulla schiena. Fu come se sulle sue mani, ora strette a pugno, ci fossero le dita di Yuuto impegnate a districarne la tensione. Lo stava abbracciando?
Si stavano stringendo?
"Prometto che non mi permetterò mai più di fare ciò che voglio senza il tuo permesso. Ero accecato da una rabbia sconosciuta... per questo ho agito senza pensare."
Le sue parole erano come carezze sottili. La sua voce una giaciglio, la giacca di Shun intorno alle sue spalle un velo, il cielo stellato di Heartland un disteso soffitto.
Yuya strinse metaforicamente le mani di Yuuto e scosse la testa.
Lui insisté.
"Voglio solo che tu faccia per me ciò che ti riesce meglio. Non la vendetta, non una ribellione... devi sorridere, Yuya."
Il vento fischiò ancora, danzò tra i vestiti leggeri di Yuya e per poco non gli strappò la giacca di dosso. Solo una cosa rimase invariata: Yuuto.
Yuya sorrise.



Heartland albeggiò come ogni mattina: nel grigio più totale. I postumi della rugiada rendevano l'aria che spirava tra le macerie umida e fredda. Kaito era impegnato a camminare con odio e rancore. Era nel suo chara risultare il più antipatico possibile, qualunque fosse la serie che lo coinvolgeva. D'un tratto si frugò - sempre e meccanicamente con rabbia - nella tasca della giacca e ne tirò fuori una fotografia stropicciata. Raffigurava la sua famiglia in un momento di felicità. C'era suo padre, con lo sguardo sereno malgrado il velato desiderio di un lifting facciale; c'era Haruto, il suo fratellino, che salutava l'obiettivo della fotocamera con gioia. E poi c'era quello stronzo del suo ex marito. Di quest'ultimo non sentiva la mancanza, non fosse che gli doveva pagare il mantenimento.
Li avrebbe trovati. Anche se in quella città erano palesemente rimasti solo i protagonisti della serie, e quindi nessun eventuale personaggio di rilievo eccetto qualche misera comparsa, incominciò quindi il suo inesorabile tour fatto di desolazione e rabbia.
Era il destino di un personaggio tormentato.




[NEL PROSSIMO EPISODIO DI "UN VERO PROTAGONISTA":]

COOOSA? Due transessuali decidono di rimorchiare Aster Phoenix?
L'affascinante capo delle forze speciali di Academia dovrà combattere contro la sua più grande maledizione: quella di attirare su di sé le attenzioni più indesiderate.
Nel frattempo Sayaka si mette in testa di voler salvare un passato fasullo con Kaito. Cosa farà Yuya in tutto questo? E' arrivata l'ora di prendere in mano i cogl- ehm... La situazione!

Episodio 2: Un Vero Protagonista, prende in mano i coglioni!
(I propri, o quelli altrui?)

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